La faticosa conquista catalanoaragonese della Sardegna, con i risvolti
finanziari ed economico-sociali connessi all'impresa dell'infante
Alfonso d'Aragona, costituisce un tema ormai classico della storiografia
sarda. Quali esiti ebbe l'impresa per le istituzioni e l'economia
isolana e quali per la Corona stessa e per i mercanti che l'avevano
sostenuta? La Sardegna trecentesca rappresenta un osservatorio ideale
per analizzare, attraverso documentazione inedita, due fenomeni tornati
all'attenzione degli studiosi: la mobilita sociale e l'impatto della
guerra sull'economia. Mercanti e patroni catalanoaragonesi, insieme ad
alcune importanti compagnie fiorentine, sostennero con euforia le prime
fasi della conquista allettati dai profitti che potevano venire
dall'esportazione di cereali, sale e argento e dal prestigio sociale
derivante dall'attribuzione di cariche nell'amministrazione e di rendite
feudali, salvo esserne presto delusi. Questo studio traccia la parabola
dell'economia sarda trecentesca alla luce della presenza mercantile
sull'isola, delineandone il progressivo indebolimento, che coincise con
l'abbandono della Sardegna da parte delle maggiori societa d'affari
dell'epoca.